Uno studio retrospettivo caso controllo ha determinato la mortalità e i fattori prognostici di 130 cani con enterite parvovirale sottoposti a trattamento come pazienti esterni. Si estraevano dalle cartelle cliniche i dati riguardanti l’età, il peso corporeo, la razza, l’anamnesi vaccinale, il trattamento somministrato e l’esito a breve termine (≥ 3 giorni; determinato telefonicamente col proprietario). I trattamenti venivano somministrati in accordo alle preferenze del clinico. I tassi di mortalità venivano calcolati complessivamente e per vari gruppi di segnalamento e trattamento.
Sopravvivevano per ≥ 3 giorni dopo la diagnosi iniziale di enterite parvovirale 97 cani (75%), mentre 33 non sopravvivevano (25%) . Rispetto alla distribuzione della popolazione generale della clinica, erano maggiormente rappresentati Chihuahua, Pastore tedesco, cani tipo pitbull e i maschi. Non si riscontravano differenze significative tra sopravvissuti e non sopravvissuti riguardo all’età, al peso corporeo e al sesso.
Nei cani a cui era stata prescritta un’integrazione calorica ogni 2-4 ore il tasso di mortalità era del 19% (16/85). La maggior parte di questi soggetti aveva inoltre ricevuto una fluidoterapia sottocutanea, un antiemetico e antibiotici.
Il clinico dovrebbe informare del tasso di mortalità del 25% nei cani con enterite parvovirale trattati come pazienti esterni quando discutono le opzioni di trattamento con i proprietari che non possono sostenere economicamente il ricovero dell’animale.
“Evaluation of mortality rate and predictors of outcome in dogs receiving outpatient treatment for parvoviral enteritis.” Sarpong KJ, Lukowski JM, Knapp CG. J Am Vet Med Assoc. 2017 Nov 1; 251 (9): 1035-1041.